Aggiornamento del Protocollo delle Cure Domiciliari per la Covid-19
La presente PETIZIONE per chiedere ai soggetti preposti
l’AGGIORNAMENTO del protocollo per la presa in carico dei pazienti Covid A DOMICILIO da parte delle Unità Speciali di Continuità Assistenziale, dei Medici di Medicina Generale e dei Pediatri di libera scelta, sull' esempio di quanto già fatto dalle Regioni Piemonte ed Abruzzo, che su sollecitazione del "Comitato Terapia domiciliare Covid-19" e di altre associazioni con i medesimi fini, quali “Ippocrateorg”, hanno chiesto di "coinvolgere i medici di famiglia, arma necessaria per superare l’emergenza, superando l’approccio terapeutico che consiste nel prescrivere paracetamolo e vigile attesa per 72 ore”.
L’attuale approccio è previsto da una nota Aifa del 9 dicembre 2020, che lo scorso 4 marzo è stata sospesa dal Tar Lazio, a seguito del ricorso presentato dallo stesso comitato.
Vanno dati nuovi strumenti ai medici di famiglia e alle Unità speciali di continuità assistenziali (USCA) per combattere il Covid19 direttamente a casa dei pazienti. Con l’aggiornamento del protocollo delle cure domiciliari, introducendo l’utilizzo dell’idrossiclorochina nella fase precoce della malattia, insieme a farmaci antinfiammatori non steroidei e vitamina D. In più, va prevista la possibilità di attivare 'ambulatori USCA' per gli accertamenti diagnostici altrimenti non eseguibili o difficilmente eseguibili al domicilio, ottimizzando le risorse professionali e materiali disponibili.
Come è stato riscontrato sul campo dai comitati di cui sopra, e da miglia di Medici di Medicina Generale che hanno già rivolto diversi appelli al Ministero della Sanità, rimasti inascoltati, in molti casi il virus si può combattere molto efficacemente curando i pazienti a casa.
Ciò infatti NON vuol dire limitarsi a prescrivere paracetamolo per telefono e restare in vigile attesa, che porta all'aggravarsi della malattica, con l'inevitabile ricovero, ma prendere in carico i pazienti Covid a domicilio da parte delle Unità Speciali di Continuità Assistenziale, dei Medici di Medicina Generale e dei Pediatri di libera scelta.
L’OBIETTIVO è evitare che i ricoveri, così come le degenze prolungate oltre l’effettiva necessità clinica, delle persone che possono essere curate a domicilio, determinino una consistente occupazione di posti letto e l’impossibilità di erogare assistenza a chi versa in condizioni più gravi e con altre patologie di maggiore complessità.
La possibilità di istituire degli “ambulatori USCA” ospedalieri/distrettuali per consentire il controllo dei pazienti a cadenza regolare ed offrire un pacchetto di prestazioni per una diagnosi e una stadiazione più appropriata della malattia.
Luoghi nei quali si potranno eseguire visite mediche, prelievi di sangue (VES, emocromo, PCR, creatinina, procalcitonina, CPK, LDH, AST, ALT, GGT, ferritina, PT, PTT, D-dimero, glicemia), consegne e ritiro urine per esame completo, monitoraggi saturazione ed eventuale emogasanalisi, ECG, ETG torace, tamponi naso-faringei per test molecolari e antigenici e attivazioni di percorsi preferenziali con invio diretto in Radiologia per eseguire RX torace/TAC torace.
Alle USCA va previsto anche l’affiancamento di un servizio psicologico, svolto in modalità remoto, utilizzando le postazioni di telemedicina attivabili in sede distrettuale e costituito da colloqui in videochiamata con il paziente e il nucleo famigliare.
Riguardo ai provvedimenti terapeutici consigliati dai medici delle associazioni “Ippocrateorg” e "Comitato Terapia domiciliare Covid-19", accanto ad eparina, steroidi e antibiotici, l'esempio del protocollo piemontese ed abruzzese, introduce farmaci antinfiammatori non steroidei, Vitamina D e idrossiclorochina, dopo che il Consiglio di Stato ne ha consentito la prescrizione (off label), sotto precisa responsabilità e dietro stretto controllo del medico.
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